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Un tempo gentile: storia di invasione e accoglienza

by Diletta Cecchin
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In piedi, davanti all’armadio, pochi giorni prima avevamo pensato al guardaroba, estate sopra, inverno sotto. Finito il lavoro provammo la soddisfazione che ogni cosa fosse al suo posto, e invece da allora in poi non sarebbe stato più a posto niente. Gli invasori arrivarono e ci colsero impreparati. Se l’avessimo saputo, davvero il cambio degli armadi sarebbe stata l’ultima cosa.

Un tempo gentileGli invasori, di cui parla fin dalla prima pagina Un tempo gentile, nuovo romanzo di Milena Agus, pubblicato da Nottetempo, sono un gruppo di immigrati sbarcati in un paesino del campidanese. 
Durante l’estate siamo stati abituati ad immagini e racconti di una Sardegna splendente, fatta di ricchi e arricchiti, star e starlette, feste in yacht e serate in discoteca. Milena Agus, in Un tempo gentile, invece ci trasporta in una Sardegna ancestrale, rurale, dimenticata da Dio e dagli uomini. Una terra bella, ma abbruttita dall’umanità. Un paesino del Medio Campidano dove sono rimasti a vivere solo anziani, senza la stazione, la parrocchia, il sindaco; poche case costruite in lamiera ed eternit. Le nuove generazioni scappate altrove. Qui un giorno arrivano gli invasori. Un gruppo di migranti e qualche volontario. Il luogo che è stato destinato a diventare la loro casa è un vecchio rudere, con gli infissi rotti, senzaUn tempo gentile acqua, luce e gas. I paesani un prendono bene questo arrivo: cosa vogliono da loro gli invasori? Quanto tempo si fermeranno? Eppure, dopo le prime esitazioni, uno sparuto gruppo di donne inizia ad aiutare il gruppetto di migranti, portando coperte e cibo. Il paese si spacca, le mogli contro i mariti, che dei migranti non vogliono neanche sentire parlare. Ma a loro non interessa, testarde e caparbie come solo le donne sarde sanno essere.
L’aspetto sorprendente di Un tempo gentile è il doppio punto di vista. Se è vero che i paesani rimangono sconcertati di fronte agli invasori, anche gli invasori sono turbati e profondamente delusi dal paesino sardo. È questa la tanto agognata Europa? Quella per cui hanno rischiato la vita e visto la morte in mare? Dove sono la ricchezza, le vetrine scintillanti, il lavoro con cui mantenere la famiglia che è rimasta nella terra d’origine? Con la dolcezza e la profonda sensibilità che contraddistingue tutti i suoi romanzi, Milena Augus ci trasporta in una storia in cui l’io si trasforma in noi, dove l’unità degli uomini esce vincitrice. Perché non saranno solo le donne protagoniste ad aiutare i migranti, ma anche questi ultimi a permettere ai paesani di far rifiorire vie e orti, dimenticati da anni. In un’epoca di odio, muri e divisioni, Un tempo gentile è proprio la lettura di cui abbiamo bisogno.

Image Source: Nottetempo

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