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Dalle bombe ai gioielli: il progetto di No War Factory

by Federica Livio
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Dropped to Kill, Recycled to Help – Create per uccidere, riciclate per aiutare.

Ecco il claim del progetto No War Factory, nato nel 2017 da un’idea di una coppia toscana, Serena Bacherotti e Massimo Moriconi. Siamo in Laos, uno dei Paesi più martoriati dalla guerra del Vietnam, tra i villaggi della Piana delle Giare: lì i contadini lavorano ancora incessantemente per disinnescare le bombe inesplose, quei 262 milioni di bombe a grappolo antiuomo sganciati dagli americani tra il 1964 e il 1973 contro le forze comuniste del Vietnam del Nord e del Pathet Lao.
Difficile rimanere indifferenti, impossibile tacere. Ed è così che dalla collaborazione con gli artigiani dei villaggi, e poi con orafi italiani, nascono manufatti realizzati con gli scarti delle bombe: un inno alla vita, che porta a devolvere il 10% del ricavato per l’acquisto di filtri che rendono l’acqua potabile in queste zone. L’etica di questa azienda è solidale e responsabile: spesso, guardando al di là del proprio giardino, si scorgono realtà meritevoli di essere portate alla luce. Voglio condividere l’operato di No War Factory con voi, attraverso l’intervista a Serena e Massimo.

No War Factory

  • Serena e Massimo, qual è la molla che ha fatto scattare il tutto, durante il vostro viaggio del 2009 nel sud est asiatico?

Durante il nostro primo viaggio del 2009 siamo rimasti colpiti dalle problematiche causate dalla povertà di alcune regioni e sopra tutto della Cambogia rispetto ad altri Paesi del sud-est asiatico. Da quel momento, negli anni successivi abbiamo deciso di collaborare con varie associazioni per poter aiutarle nei loro progetti umanitari. Qualche anno dopo ci siamo spostati in Laos ed una sera, camminando per il mercato di Luang Prabang, abbiamo notato dei bracciali realizzati con scarti di materiali bellici. Da lì l’idea di raggiungere il villaggio di Ban Naphia nella zona delle giare.

  • Ci descrivete il problema delle bombe inesplose il Laos?

Durante la Guerra del Vietnam, tra il 1964 ed il 1973, sul Laos vennero sganciate più di due milioni di tonnellate di ordigni esplosivi. Il Laos detiene il triste primato di paese più bombardato della storia. Di questi ordigni, il 30% non sono esplosi, il che significa che nella parte orientale del Laos sono rimaste 80 milioni di bombe da disinnescare: su questo lavora MAG (Mine Advisory Group), un’organizzazione non governativa internazionale che si occupa di sminamento e di rimozione di ordigni inesplosi, i famigerati UXO (Unexploded ordnance).

No War Factory

  • Come si è consolidato il rapporto con gli artigiani del villaggio di Ban Naphia?

Arrivati al villaggio di Ban Naphia abbiamo conosciuto il capo villaggio e gli artigiani con i quali adesso collaboriamo. Abbiamo deciso di aiutarli distribuendo ad ogni famiglia un filtro per la depurazione dell’acqua il primo anno, nei successivi, sedie per i bambini della scuola ed una cisterna in cemento per la raccolta dell’acqua con nuove tubature e fontane che arrivano al villaggio, migliorando così la situazione idrica ed igienica per gli abitanti.
Gli artigiani non sono nostri dipendenti, noi commissioniamo loro i prodotti che ci servono e decidono il prezzo per ogni lotto che poi ci viene spedito; questo lavoro si aggiunge alle normali mansioni come la coltivazione del riso ed ortaggi ed allevamento di bestiame, migliorando sensibilmente l’economia del villaggio.

  • Qual è l’etica della vostra azienda?

La nostra etica in questo lavoro è la continua ricerca di prodotti che possano aiutare le famiglie o le piccole aziende familiari del terzo mondo. Oltre ai prodotti del Laos, adesso collaboriamo anche con una azienda etica in Cambogia che realizza gioielli in ottone riciclando bossoli risalenti al periodo del genocidio da parte degli khmer rossi, borse dalla Thailandia realizzate interamente con foglie della pianta del teak ed altri materiali naturali, borse riciclate da bottiglie di plastica ed altri prodotti sempre in linea con la nostra idea di eticità.

No War Factory

  • Obiettivi futuri?

Gli obiettivi futuri sono farci conoscere maggiormente sul territorio italiano per riuscire ad avere una stabilità economica che ci permetta di vivere ed allo stesso modo di aumentare i fondi da destinare alla nostra associazione “Sons of Mine” per realizzare più progetti nelle zone rurali dove c’è carenza di igiene, acqua ed istruzione; continuando, anche, a donare ogni anno alle associazioni di sminamento come MAG.

Grazie, è bello portare alla luce il progetto No War Factory e informarsi per saperne sempre di più: magari, attraverso qualche acquisto nostro e delle nostre lettrici potremo contribuire nel nostro piccolo a qualcosa di infinitamente più grande!

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