Avete mai sentito parlare di “terrarium”?! L’argomento mi affascina un sacco, perché ci leggo un forte parallelismo con quello che è – o dovrebbe essere – l’essere umano: un ecosistema quasi del tutto autosufficiente, in cui ogni giorno ci sono micro-cambiamenti ed evoluzioni. Un elemento d’arredo perfetto per le nostre case e i giardini, ideale come idea regalo, ma anche simbolico: un mini-giardino sotto vetro in perfetto equilibrio, del quale prendersi cura e da ammirare giorno dopo giorno, osservando la vita che cresce. Abbiamo incontrato Lorenzo, che da qualche anno si occupa della realizzazione di questi piccoli e affascinanti mondi, con il suo progetto Mokuzai Terrariums, Milano.
- Come nasce la tua attività?
L’amore per la natura e la curiosità nei confronti delle sue mille sfaccettature sono caratteristiche che mi appartengono fin da piccolo. Ho frequentato un istituto agrario che mi ha portato ad avvicinarmi ulteriormente al mondo del verde, ho iniziato dapprima ad appassionarmi di acquari e piante acquatiche, per poi invece scoprire le meraviglie dei terrarium. Il mio progetto “Mokuzai Terrariums” nasce ufficialmente nel 2018 in seguito a corsi ed approfondimenti personali sul tema delle piante tropicali ed il loro contesto naturale. Nonostante la mia attività sia ancora molto giovane, è in grado di regalarmi molte soddisfazioni e la speranza è quella di poter crescere ed evolvermi con essa.
- Che cos’è un terrarium?
Un terrarium è un piccolo ecosistema quasi autosufficiente, composto da vegetali, microrganismi e minerali in grado di portare un po’ di natura all’interno delle mura domestiche. Ha un valore estetico ma anche “terapeutico” per chi lo realizza e per chi lo possiede. Poter osservare la crescita e l’evoluzione della vita all’interno di un contenitore di vetro è educativo e rilassante. Il terrarium ci insegna a rallentare e ad accettare le imperfezioni della nostra esistenza, prendendo spunto proprio dal suo lento e costante cambiamento.
- Che origini storiche ha il terrarium?
I terrarium nascono nel 1800 circa a Londra, in seguito alla scoperta fortuita del medico e studioso Nathaniel Ward.
Nel tentativo di osservare una crisalide di falena, decise di intrappolarne una in un barattolo di vetro chiuso ermeticamente, con del terriccio prelevato dal suo giardino sul fondo.
Col passare dei giorni si accorse che dal terreno erano germogliate delle felci e dei fili d’erba e questo gli permise di capire che l’ambiente creato all’interno del contenitore era ideale alla vita di quelle piante. In seguito a questa scoperta, nacquero le “wardian case”, piccole serre in legno e vetro utilizzate successivamente anche per il trasporto di piante in tutto il mondo.
- Come si cura un terrarium e qual è il suo ambiente ideale?
Prendersi cura di un terrarium è molto semplice perfino per i pollici meno verdi. L’ecosistema va posizionato in casa possibilmente vicino ad una finestra, in modo che riceva una buona quantità di luce, andando però ad evitare il sole diretto.
La sua semplicità di manutenzione risiede nella capacità di trattenere l’umidità e quindi l’acqua. Per questo motivo il terrarium va bagnato di rado, di solito non c’è bisogno di intervenire anche per mesi, solo quando la condensa sarà sparita dalle pareti interne e il terriccio risulterà asciutto al tatto e alla vista.
Periodicamente si potranno potare le piante che lo necessitano, in modo da mantenere una forma più curata.
- Si può creare un terrarium fai da te? Come?
Realizzare un terrarium in autonomia è possibile, i materiali da acquistare non sono molti e si possono trovare in quasi tutti i negozi di piante.
Per imparare però tutto ciò che è necessario sapere ed assicurarsi di avere un prodotto duraturo, è possibile partecipare ad uno dei miei workshop che organizzo periodicamente.
Durante i miei corsi verrete forniti di tutto il materiale necessario ed acquisirete le nozioni essenziali per creare un ecosistema equilibrato.
Grazie Lorenzo, non vedo l’ora di poter partecipare ad uno dei tuoi workshop! E’ incredibile quanto possiamo imparare della vita da un piccolo terrarium, l’insegnamento che mi porto a casa è proprio l’osservare e l’accettare il lento e inesorabile cambiamento di ogni ecosistema e, quindi, anche di noi stessi.