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Giorno di vacanza: ritorno a casa

by Diletta Cecchin
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Credeva di essere parte di me, ora che me ne sono andata senza di lei, si rende conto che lei non è me. È una cosa per cui non c’è conforto. Lo so perché per me a lungo è stato così con mia madre. Credevo di essere lei.

Ogni volta Inès Cagnati è un pugno al cuore, eppure si torna ai suoi romanzi consapevoli che ci provocheranno commozione riempiendoci l’anima di nuove emozioni. Come con Génie la Matta, di cui vi avevo parlato l’anno scorso, anche in Giorno di vacanza, appena portato in Italia da Adelphi edizioni, è un insieme di riti, famiglia, femminile, dolore e crescita.

Giorno di vacanza

Scritto dall’autrice nel 1973, Giorno di vacanza finalmente approda nel nostro paese grazie alla doppia traduzione di Lorenza di Lella e Francesca Scala. La protagonista e voce narrante è Galla, una giovane donna, cresciuta nella campagna francese. Durante l’infanzia Galla ha conosciuto la dura vita della terra, campi sterili che sanno partorire solo sassi. Intorno paludi, pioggia, nebbia. In casa un padre violento, una madre sofferente per le troppe gravidanze e ormai indifferente alla vita, tante sorelle, che si affastellano nella sua geografia famigliare.

Per Galla però c’è una speranza. Lei così lugubre, nera, disprezzata da tutti, anche da se stessa, ha l’occasione di studiare. In sella a una bicicletta vecchia ma preziosa raggiunge la scuola a trentacinque chilometri di distanza. La si riconosce da lontano, col suo grembiule fuori luogo, così verde in un miscuglio di grembiuli rosa.

Giorno di vacanza

La strada, tra la campagna dove si trova la famiglia di Galla e la città con la scuola, è una sorta di confine. Una cortina che un sabato Galla attraversa, in sella alla sua bicicletta cigolante, per rivedere la madre. Un giorno di vacanza fatale, sinistro, doloroso.

Come nel romanzo precedente Génie la mattia, il rapporto madre-figlia è un tema ricorrente nei romanzi di Inès Cagnati. Dalla sua scrittura così piana e insolente, emerge il senso della carne che dà la vita perdendo per sempre un pezze di sé. Giorno di vacanza racconta la storia di una figlia che vorrebbe andare via e non rivedere più la propria madre, che rimane quasi infastidita dall’amore che la donna le rivolge, ma che alla fine torna sempre a casa. Come un’onda, che si allontana e si riavvicina, in un moto costante.

Da queste pagine emerge un mondo agricolo fatto di una povertà palpabile, dove gli animali sono in grado di esprimere più affetto delle persone. Una mondo ai margini, fisici e metafisici, della società francese. Sembra un romanzo ottocentesco, in realtà è stato scritto solo cinquant’anni fa. Giorno di vacanza è un libro da leggere solo se si è disposti a vedere la realtà senza filtri.

Image Source: Adelphi – Shutterstock

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