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Artedì: quando l’arte entra nella vita quotidiana

by Federica Livio
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ArtedìHo sempre amato l’arte. Non parlo di quell’arte monumentale, celebrativa, che studiamo sui libri e per cui facciamo le code ai musei – certo, amo anche quella – ma mi riferisco a quell’arte sottile e discreta che sta nelle piccole cose di tutti i giorni e che rende un oggetto d’uso comune un pezzo di design. La bellezza esiste, se si sa osservare; va ricercata e conquistata in ogni azione e, una volta trovata, andrebbe protetta e ammirata. Perché la bellezza, in fondo, è tutto ciò che abbiamo.
Ecco perché ho scelto di intervistare Tatiana Stoppa, mamma, artigiana, laureata in scienze ambientali: questa donna, con il suo progetto Artedì, arte in divenire, nato nel 2011, è un esempio ammirevole di come si possa trovare l’unicità nelle piccole cose.

  • Ciao Tatiana, da quando hai la passione per gli accessori e gioielli?
    La passione per gli accessori e i gioielli è nata da bambina, quando il mio babbo, di rientro dai suoi viaggi di lavoro, mi donava originali prodotti artigianali realizzati dagli artigiani di grandi città o piccoli villaggi.
    Erano creazioni appartenenti a luoghi lontani, con colori, forme e profumi mai conosciuti.
  • Come e perché sei passata dall’occuparti di sostenibilità ambientale all’artigianato?
    Sostanzialmente perché trovo nel cambiamento nuovi stimoli. Dopo aver svolto per molti anni il lavoro per cui mi ero formata, 5 anni fa si è presentata l’opportunità di aprire una mia piccola attività artigianale, Artedì, ed ho scelto di impiegare qui le mie competenze. I temi che affronto sono in parte gli stessi, ma li elaboro in forma artistica.
  • Vedo nel riutilizzo di materiali una connessione con la tua formazione da ambientalista: è una missione o ti piace semplicemente creare con forme e colori diversi?
    E’ una scelta ragionata. Mi sono sempre occupata di risorse, del loro utilizzo consapevole e di prevenzione degli sprechi. Impiegare materiali diversamente preziosi mi consente di offrire spunti di riflessione a chi osserva e acquista le mie creazioni. Inoltre questi materiali risultano più liberamente interpretabili rispetto ai componenti dei gioielli tradizionali.
  • Quale processo creativo segui nell’ideazione di un nuovo pezzo?
    Il processo creativo consiste nella libera espressione e nell’abilità di unire tutte le informazioni archiviate in memoria. Nel mio laboratorio conservo molti materiali di diversa tipologia. Quando sono in fase di produzione dispongo tutto ciò che intendo utilizzare sui tavoli, osservo, manipolo e le idee prendono forma.
  • ArtedìDivenire è un po’ il tuo motto. Cosa ti affascina in particolare del processo trasformativo che imprimi ai materiali?
    Io la definisco urgenza di creare. E’ una sensazione che mi nasce dentro quando riesco a cogliere le potenzialità di un oggetto dimenticato, rifiutato, apparentemente inutile. Mi da piacere ridare bellezza e nuova destinazione agli oggetti.
  • Come approfondisci le tecniche? Frequenti degli workshop o sei autodidatta?
    Sono completamente autodidatta, non riesco a seguire i metodi convenzionali, ma preferisco sperimentare e creare personalmente le tecniche. Prendo spunto da qualsiasi situazione, spesso in ambiti apparentemente molto lontani da quello artistico. Questo metodo mi diverte molto e mi consente di avere un mio personale stile, unico e riconoscibile.
  • Noto nella tua collezione molti pezzi realizzati attraverso il riutilizzo creativo di ingranaggi di orologi: qual è il messaggio? Come interpreti il concetto di tempo?
    Nell’orologio, nelle sveglie e in generale negli strumenti meccanici, quel che mi affascina è la presenza di centinaia di piccolissimi pezzi, meravigliosi dal punto di vista estetico, differenti l’uno dall’altro per aspetto e funzione, ciascuno fondamentale per il funzionamento dello strumento. Mi diverte smontarli e reinterpretarli. Il tempo? Se potessi fermarlo come nei miei orologi potrei dedicare molte più’ ore alla fase creativa!
  • Cosa vorresti dire ai giovani laureati di oggi che non trovano lavoro? Consigli di riscoprire la manualità e il senso del “fare”?
    Quello che mi sento di consigliare ai giovani, ma anche ai meno giovani come me, è di investire su se stessi e sulle proprie capacità. Essere artigiani è una scelta che comporta grande impegno e determinazione e che richiede numerosi sacrifici. Per creare e mantenere una propria attività artigianale penso sia necessario distinguersi, offrendo al pubblico un prodotto nuovo, di qualità, realizzato con grande cura e differente da ciò che il mercato già propone. 

Ringraziamo Tatiana Stoppa per la cortesia con cui ha risposto alle nostre domande. Lasciamo a voi visionare le meraviglie di Tatiana visitando la pagina Facebook di ArtedìArtedi arte in divenire

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