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Le stelle: una scarpa alla volta

by Paola Ferrario
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le stelleLa storia delle scarpe Le stelle è caratterizzata dall’impegno, dalla dedizione, dall’amore e dalla cura del dettaglio comuni alla migliore tradizione imprenditoriale nel settore delle calzature italiane. Tutto nasce dalla passione e dalla tenacia di Andrea Minoccheri, che in otto anni ha trasformato una piccola attività di stoccaggio e campionature in un marchio di scarpe italiane.
Abbiamo voluto intervistare Andrea Minoccheri, che ringraziamo molto, sperando di trasmettervi il messaggio che ogni donna è unica, così le scarpe che indossa.

Com’è nato il marchio Lestelle Calzature?

Dopo anni di commerciale in vari campi, mi ero deciso a lasciare l’Italia e cercare lavoro all’estero.
Lasciai l’ultimo lavoro a novembre e dopo un breve tour europeo a fine anno, correva il 2009, mi ritrovai di nuovo in Italia, senza lavoro e con poche idee. In quel periodo, una sera , un uomo per me molto speciale, di nome Maurizio Profeta (prima fabbricante e poi rappresentante storico di calzature) mi diede in mano Le stelle, dicendomi di “costruirmi la mia storia, una scarpa alla volta”.
So che sembra una storia romanzata, ma è andata esattamente così, Le stelle era solo un nome con cui venivano rinominate e stoccate le rimanenze e le campionature. Non c’era collezione, non c’era rete vendita, non c’era show room. C’era la voglia, la passione e finalmente le idee. Da Dicembre cominciai a girare con qualche scarpa in macchina, a febbraio 2010 eravamo operativi nello showroom del Centergross dove siamo tutt’ora.
Una scarpa alla volta siamo passati da un pronto moda economico, a un programmato artigianale, da una scarpa di moda, a una scarpa di concetto. Stagione dopo stagione continuavamo a sentire sempre più il bisogno di esprimere i nostri concetti, le nostre idee e le collezioni prendevano sempre più carattere tanto che divenne necessario creare un nuovo brand, e nel 2016 tutta la parte di ricerca, dal piglio più sportivo, la chiamammo 1725.a. Questo brand è stata una conferma, specie perché andava su un target cliente e prodotto completamente diverso. Quest’estate, invece, abbiamo presentato la prima collezione ESTELLE, in una formula a capsule di pronto, e siamo rimasti molto soddisfatti.
Attualmente stiamo ultimando le collezioni 1725.a ed ESTELLE che presenteremo al PURE LONDON per la PE 2019.

le stelleQual’è la tua idea di stile?

Io credo che lo stile sia ricerca. 1725.a ed ESTELLE mantengono due sapori molto decisi e distinti ma la medesima cura e ricerca del particolare, della sfumatura, di quel dettaglio impercettibile che da un profondo senso di benessere.

Qual’è la caratteristica principale delle vostre calzature?

Credo che il comune denominatore sia la cura dei dettagli.

A che tipo di donna hai pensato mentre lanciavi il marchio Le stelle?

Il lancio del marchio fu un raptus incontrollato di idee e stimoli diversi.
Oggi posso dire che sicuramente la donna a cui penso è una donna che ama trasformarsi, ma non accetta compromessi.

Visto che la tua produzione è effettuata in Italia, cosa ne pensi del Made in Italy e delle istituzioni che dovrebbero tutelarlo?

Io credo che il Made in Italy sia l’unico vero brand che mantiene prestigio a livello mondiale, in tutti i campi. Dovrebbe assolutamente essere tutelato ma ancor prima non dovrebbe essere più infangato. Ricordiamoci che noi abbiamo eccellenza in tutto ciò che è artigianale. Artigianale, non industriale.

Mi definisci la nuova collezione in tre parole.

Decisa, versatile, completa.

Nel mondo della moda in cui non c’è forse più niente da inventare, quale ritieni sia il tuo punto di forza?

L’interpretazione conta forse più dell’invenzione.

le stelleMi descrivi il processo creativo nella realizzazione delle tue collezioni.

Si parte da uno stimolo, può essere un colore, un materiale, un accessorio, una vecchia scarpa di 50 anni fa trovata in un archivio di moda o in un mercatino. Successivamente la si immagina e si comincia a disegnare. Dopodiché si studia come farla tecnicamente e successivamente la si realizza.
Considera che parliamo del componente di moda che ha più passaggi lavorativi in assoluto, in alcuni casi da quando butti giù lo schizzo a quando chiudi la velina sulla scatola passano più di 90 passaggi lavorativi, coinvolgendo una quindicina di artigiani diversi. Solitamente una collezione viene decisa in 3 giorni, ma la pensi per 365 giorni.

Cosa vorresti che la clientela percepisse dalle tue collezioni?

La cura, la ricerca, la qualità.

Ringraziamo Andrea Minoccheri per la cortesia con cui ha risposto alle nostre domande e vi invitiamo a guardare le sue magnifiche calzature sul sito e sui canali social che trovate all’interno.

Image Source: Instagram e Facebook

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