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Il Paper Cutting con Maria!

by Federica Livio
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In questi giorni particolari, nei quali tutto sembra essersi quasi fermato, e necessariamente lo dovrà fare, riscopriamo il piacere del tempo. Non di quel tempo che non basta mai, contro il quale siamo perennemente in lotta: ma del tempo nella sua accezione più profonda, come spazio da dedicare a noi stesse, alle nostre passioni, alla riflessione. Maria ci racconta cosa sia il Paper Cutting, l’arte di intagliare la carta, discendente dell’orientale kirigami (kiru = tagliare e kami = carta): una passione lentissima e che richiede un’immensa pazienza, in cui anche la più piccola distrazione può avere conseguenze disastrose sul risultato!

  • Ciao Maria, complimenti per le tue opere! Ci spieghi che cos’è il Paper Cutting e come lo hai scoperto?!

Ciao Federica, grazie per i complimenti: in un periodo come questo sono davvero un caldo abbraccio confortante! IlPaper Cutting Paper Cutting è in poche parole l’arte di rendere machiavellica la semplicità: si tratta di un disegno realizzato su un foglio di carta e da lì intagliato direttamente con un bisturi di precisione; sorvolando la semplice concretezza potrei dire che è come se fosse un modo (piuttosto “tricky” direi!) di codificare le mie inclinazioni – la pazienza, la dedizione, la passione – sublimarle in un unico mezzo e veicolarle al mio prossimo fuori dal mio tavolo da lavoro, nel mondo. L’ho scoperto nel modo meno romantico possibile: durante una pigra ricerca sul web. Sono sempre stata interessata alla manualità, ero quotidianamente alla ricerca dell’ennesimo hobby a cui dedicarmi ed è stato durante una di queste ricerche che mi sono imbattuta in capolavori mozzafiato, probabilmente realizzate da strabilianti colleghi orientali, “semplicemente” realizzati in carta. Da lì il passo è stato breve, il Paper Cutting è diventata la matassa da tentare di sciogliere e a capo di cui cercare di arrivare…inutile dire che il processo per giungerci è ancora lungo e laborioso!

  •  Guardando i tuoi lavori, traspare l’impegno, la passione e la precisione che racchiudono: come dai vita alle tue opere, segui dei modelli o disegni tutto tu?

Fun Fact: davanti a questa domanda ridacchio un po’ perché ovviamente tanti anni fa, all’inizio dei miei esperimenti con carta e bisturi, la tendenza era quella di copiare nel tentativo di esercitarmi il più possibile. La prima volta che, orgogliosa, pubblicai su un gruppo internazionale dedicato al Paper Cutting uno dei miei primi tremendi intagli tutti sbagliati, l’autrice del lavoro da me plagiato andò su tutte le furie e mi intimò di far sparire la foto in questione! Mortificata lo feci, sciogliendomi in milioni di vergognose scuse, e giurando a me stessa che non sarebbe mai più successo. Da quel momento sono passati quasi dieci anni e da allora ho sempre e solo intagliato farina del mio sacco, facendomi ispirare da tutto quello che mi circonda: il mio giardino, i miei desideri, le mie paure, ma soprattutto i miei ricordi. In tutto quello che intaglio c’è sempre una forte componente legata alla mia infanzia e alle radici dalle quali è cresciuto il mio fusto, i miei rami, le mie fronde. Discorso diverso per i miei mandala intagliati, che nascono come esercizi di tecnica, precisione e composizione. Il loro processo è forse ancora più lungo, poiché procedo a mano, con goniometro, gomma, matita e compasso, fino a che tutti gli elementi simmetrici l’uno accanto all’altro mi soddisfano a livello complessivo. È un incedere lento, lungo e laborioso ma che mi permette di rilassarmi molto, di evadere con la mente, di non pensare a nulla, di essere sola con la mia carta.

  • Ovviamente saprai che al giorno d’oggi esistono metodi industriali, come i laser, per realizzare manufatti simili in metà del tempo e con un decimo dello sforzo…Come fai a far comprendere il valore dei tuoi capolavori fatti a mano?

Il laser e i plotter sono esattamente ciò che toglierebbe alle mie opere tutta la poesia e il romanticismo di cui è intrisoPaper Cutting il mio lavoro. Purtroppo in Italia non si è ancora pronti per accettare un processo artistico così laborioso, a fronte di metodi così tanto rapidi. Ma è una cosa a cui rimango fedele fino all’ultimo: impiego giorni per progettare un pezzo, altrettanti giorni (a volte settimane) per intagliarlo e per scegliere la giusta cornice; mi rendo conto che quasi per nessuno tutto questo non abbia lo stesso valore di un tatuaggio (faccio anche la tatuatrice, ndr). In tutti quei giorni di lavoro c’è la ferrea volontà di rimanere fedele al mio “volermi complicare la vita” facendo le cose a mano, sporcandomi le dita, soffrendo di cervicale dopo ore di intaglio, studiando, sbagliando, riprovando, riuscendoci. Se mai un giorno anche in Italia saremo pronti a comprendere e quantificare tutto questo mi potrò considerare una donna felice di aver raggiunto un altro piccolo immenso traguardo collettivo. Fino a quel momento continuerò a intagliare, e a lavorare perché succeda, con infinita pazienza e dedizione.

  • Ti capita di sbagliare? Cosa fai quando, ad opera già avanzata, capita un errore irreparabile?

Mi è capitato di sbagliare e di sicuro mi ricapiterà altre volte; la perfezione è del laser, scegliendo il “do it yourself” è “by myself” che sbaglio! Finora le reazioni da me più gettonate sono state: quella silenziosa (terrore pietrificante e greve seguito da sospiro rassegnato), quella rumorosa (più siete fantasiosi, più ve la potete immaginare 😉). In genere una volta tornata lucida appena compreso l’errore cerco di fare il possibile per cercare di salvare il salvabile, dove poi non arriva il problem solving sono costretta a fare un lungo respiro e ricominciare da capo. Generalmente sono gli episodi sui quali, a distanza di mesi, mi capita di riderci su!

  • Hai una colonna sonora per le ore di attività e creazione?

Devo dire che il più delle volte mi piace lavorare in silenzio: non mi spaventano tante lunghe ore di lavoro silenzioso,Paper Cutting mi trovo molto a mio agio nel silenzio, penso tanto, la mente è libera e a briglia sciolta e il suono dei miei pensieri è talmente tanto fragoroso che mi tiene paradossalmente molta compagnia. È il modo migliore per far nascere altre opere, altri disegni e altri intagli. Il lavoro genera lavoro, e più sono concentrata più mi sento produttiva. Quando invece sento il bisogno di un po’ di musica nel mio studio, a seconda di quello di cui ho bisogno, dò il benvenuto a Einaudi e Branduardi se ho voglia di un po’ di musica classica. Il più delle volte, però, opto per il punk-rock, specialmente quello di due cantautori che ho ascoltato talmente tanto che mi sembra quasi di conoscere di persona: Brian Fallon e Tim Vantol, mi piacerebbe un giorno far loro sapere che hanno praticamente contribuito al concepimento di tante mie opere!

Grazie Maria, vorrei almeno un briciolo delle tue dedizione e pazienza! Grazie davvero per averci fatto apprezzare il valore del tempo dedicato alle passioni, dell’impegno e del silenzio così come ce li hai descritti! Se volete vedere le creazioni di Maria, sbirciate il suo profilo Instagram, rimarrete a bocca aperta!

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