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Viaggiatori full-time: incontriamo i The Globbers

by Federica Livio
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Vi ricordate Giulia e Lahssen, la coppia innamorata del Marocco che abbiamo intervistato qui? Ebbene, stavolta vi portiamo ancora più lontano con un’altra coppia di viaggiatori: loro sono Luca e Alessandro, meglio noti come The Globbers! Si sa, viaggiare è una passione che accomuna tanti, ma in pochi possono permetterselo spesso…e ancora in meno sono riusciti a trasformare questa passione in un lavoro! Luca e Alessandro, ragazzi di origine veneta, sono tra questi pochi eletti. Ma non pensate che sia tutto oro ciò che luccica: i The Globbers sono tipi tosti, che per fare ciò che fanno ci mettono anima e corpo, studiano, pianificano, lavorano un sacco! Attraverso i cinque continenti si raccontano sul loro blog, su Instagram e organizzano viaggi di gruppo per coloro che viaggiano per passione e che amano condividere. Li abbiamo incontrati e intervistati o meglio: Luca è in aeroporto ad aspettare un nuovo gruppo per partire alla volta dell’ennesima, meravigliosa, destinazione ed è così carino e disponibile che trova un posticino per noi di The Fashion Attitude e per le nostre domande.

The Globbers

  • Ciao Luca e Alessandro, la vostra professione è una delle più invidiate: Travel Blogger e Influencer. Quali sono i pro e i contro e quanto è inizialmente difficile?

Noi non amiamo definirci Influencer, perché è una parola che di solito non ci si auto-impone. Nel momento stesso in cui una persona ne influenza altre significa che sta facendo un buon lavoro, ma non siamo noi a decretare se influenziamo un pubblico o meno, speriamo ovviamente di sì per il lavoro che facciamo! Piuttosto ci definiamo Travel Content Creator e ovviamente sì, anche Travel Blogger! Detto questo sì, è una bellissima professione che è arrivata con il tempo, con molto sforzo, molto lavoro e anche con molta strategia, nel senso dello studio di quelle che erano le dinamiche dell’account social sul quale stavamo lavorando, in primo luogo Instagram. Ci sono pro e contro, dal mio punto di vista sono più i pro perché è un bellissimo lavoro e non lo cambierei per nulla al mondo. I pro sono che siamo riusciti a convertire la nostra più grande passione, il viaggio, in un lavoro; ci siamo appassionati alla fotografia, per la quale inizialmente non abbiamo studiato ma abbiamo imparato a gestirla un po’ alla volta. I contro sono che la vita diventa incredibilmente frenetica e bisogna anche fare i conti con un’epoca e un pubblico che non sempre hanno la mentalità abbastanza aperta per comprendere che la nostra è effettivamente una professione e che per portarla avanti serve un duro lavoro. Sui social questo non viene percepito perché le persone stanno su Instagram per svago, non percepiscono che dietro al nostro account c’è tanto lavoro. Spesso ci si scontra anche con l’invidia, ma questo è un altro capitolo: tanto dipende anche da come si educa la propria community e da come l’utente si appassiona al nostro modo di comunicare.

The Globbers

  • Qual è il viaggio che vi ha stravolto la vita e quale invece il più bello?

Il viaggio che ci ha stravolto la vita è stato sicuramente quello intrapreso nel 2015 per il Sud-est asiatico, partendo insieme con un biglietto di sola andata per il Vietnam. Abbiamo attraversato diversi Paesi: Vietnam, Cambogia, Laos, Thailandia, Malesia e Indonesia, finché non ci siamo fermati a Bali, dove abbiamo vissuto per quasi un anno. Quello è stato il viaggio che ci ha permesso, dopo aver lasciato i nostri lavori a tempo indeterminato in Italia, di capire meglio e di concentrarci di più in quello che era questo nuovo lavoro. Avendo più tempo a disposizione e avendo il lusso di poterci gestire il nostro tempo, abbiamo iniziato a studiare di più le dinamiche di quello che viene definito Influencer Marketing, di poter evolverci anche in questo senso. Quello è stato il viaggio a livello lavorativo e personale che ci ha stravolto di più, in cui ci siamo battuti per poter ottenere ciò che ci eravamo prefissati, nonostante uno zaino da 17 litri che ci siamo portati per tantissimo tempo sulle spalle e che rimane ancorato a quel viaggio (oggi non fa parte dei viaggi attuali che hanno altre dinamiche e un altro target). Il viaggio più bello? Non abbiamo una risposta. Abbiamo delle mete del cuore che ci colpiscono più di altre e in cui torniamo volentieri, ma ogni destinazione ha qualcosa da offrire e del bello da scoprire. Per esempio, la Thailandia è un Paese che ci piace sempre tantissimo; New York è una città che amiamo alla follia, Parigi è la nostra città preferita al mondo. Ma non esiste un luogo del quale abbiamo un pessimo ricordo. 

The Globbers

  • Come vi trovate a essere compagni nella vita, compagni nel lavoro e compagni di viaggio? A volte non è un po’, come dire, “soffocante”?

Io direi che siamo compagni e basta, perché vita e lavoro per noi sono la stessa cosa. Noi la vita la trascorriamo in viaggio, il nostro lavoro riguarda il viaggio: i due aspetti si mixano in modo armonioso. Questo ci consente come coppia di avere degli stimoli e una passione da portare avanti assieme: ci ha consentito di trovare un equilibrio tra vita personale e vita lavorativa. Siamo molto coordinati, non c’è nulla di soffocante, ma un’esplosione di vita e vitalità in ciò che facciamo. Sicuramente, il fatto di essere sempre assieme implica di dover raggiungere molti compromessi per cercare di gestire nel migliore dei modi i momenti down che ci sono in ogni coppia.

The Globbers

  • Quali sono i vantaggi nell’intraprendere un viaggio organizzato di gruppo e perché è un’esperienza da fare?

Dipende! Dire che ci sono vantaggi generici per un viaggio organizzato non è vero. Ci sono viaggi in cui le persone vogliono conoscere altre persone, viaggi targettizzati per un determinato scopo, come il divertimento, e viaggi come i nostri che sono più “comfort”, dove le persone vengono coccolate da noi dall’inizio alla fine. Questo permette che le persone non debbano avere troppi pensieri: siamo sempre dell’idea che, se per noi il viaggio è la normalità, per le altre persone è un momento sacro, di stacco dalla vita quotidiana e come tale tentiamo di dare loro il massimo del comfort.  Noi abbiamo anche un’altra peculiarità: proponiamo viaggi molto piccoli, da dieci persone, e questo fa sì che i piccoli gruppi possano legare molto più facilmente. Questo non significa che in grandi gruppi le persone non leghino fra loro, ma in quelli piccoli noi possiamo conoscere a fondo i partecipanti e creare una grande famiglia per i giorni di viaggio. Abbiamo tantissime persone che tornano a viaggiare con noi e si ritrovano con persone conosciute durante i viaggi. Luca e Alessandro vogliono conoscere le persone con le quali viaggiano, per ricambiare la loro fiducia nei loro confronti.

The Globbers

  • Cose da mettere assolutamente nello zaino e cose invece di cui si può fare a meno.

Qui siamo i più grandi imbranati del mondo, purtroppo! Le valigie noi non sappiamo farle, ci portiamo dietro l’armadio ogni volta! Sarà anche perché la professione del content creator ha determinati outfit, vogliamo essere vestiti in un certo modo nelle foto che scattiamo. Cosa non può mancare? Tutti i vestiti possibili e immaginabili e l’attrezzatura da lavoro (fotocamera, treppiede, pc, mini accessori). Cosa può mancare? Non saprei dirtelo, perché se avessimo la risposta a questa domanda lasceremmo a casa il superfluo…ma così non è!

Che dire…complimenti ragazzi! Chissà che prima o poi ci incontreremo per intraprendere insieme un viaggio…la nostra curiosità e la vostra esperienza sarebbero sicuramente un mix esplosivo! Nel frattempo, continuiamo a sognare guardando i vostri contenuti su Instagram e vi auguriamo tutto il meglio!

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