Da qualche settimana è tornata in libreria Viola Ardone, col suo nuovo romanzo, Tanta ancora vita, edito da Einaudi. Ardone è una delle scrittrici italiane contemporanea più amata e attesa dai lettori. Ve ne avevo già parlato in passato, consigliandovi sia Tanta meraviglia, la sua precedente opera sulla malattia mentale e la legge Basaglia, sia Una rivoluzione sentimentale, romanzo d’esordio sulla scuola italiana.

Tanta ancora vita è la storia di Kostya, di Irina e di Vita. Kostya è nato e cresciuto in Ucraina, ha passato l’infanzia a scappare dalla guerra. Un conflitto iniziato a Donetsk, nella regione del Donbass, dove Kostya è nato e cresciuto con suo padre. Era il 2014 e la guerra sembrava qualcosa di lontano. Poi è dilagata in tutta l’Ucraina, l’Europa ha aperto gli occhi e Kostya non aveva più un luogo in cui scappare. Per questo da solo, per volere del padre, si è messo in viaggio e a raggiunto la nonna Irina a Napoli.
Irina è la seconda protagonista di Tanta ancora vita. Da anni ha abbandonato il suo paese natale, per vivere e lavorare lontano da casa. Fa parte della schiera di badanti e colf di cui difficilmente distinguiamo i volti e comprendiamo i nomi, raramente conosciamo le storie. Irina è approdata a Napoli, lavora come domestica, manda i soldi a casa, per mantenere un marito alcolizzato e un figlio fannullone. Infine abbiamo Vita, che dà il titolo all’interno romanzo. Vita è la signora per cui lavora Irina. Una donna rotta dal dolore, che trascorre le proprie giornate sopravvivendo. Vita è stata colpita da un terribile lutto. Quattro anni prima ha perso l’unico figlio, ucciso da un pirata della strada. Ora, abbandonata anche dal marito, vive in compagnia di Orietta, la depressione a cui ha dato un nome, e Massimo uccello, un pappagallino in fuga.

L’esistenza di Irina e Vita è sconvolta quando si trovano Kostya sull’uscio di casa. Il bambino costringe Vita ha un ruolo che aveva ormai dato per perso. Grazie alla cura e all’accudimento Vita rinasce, si libera dal dolore e addirittura, quando Irina parte per andare alla ricerca del figlio disperso in guerra, la segue, per aiutarla.
Tanta ancora vita è un romanzo estremamente femminile. Troviamo fra le pagine due figure di donne fragili e forti allo stesso tempo. Irina rappresenta tutte quelle madri coraggio, straniere, che lasciano la terra e figli, per garantire loro un futuro migliore. Vita è portatrice di un dolore senza nome, orfana di figlio. Il romanzo prende avvio e prosegue con un forte patos, intessuto alla perfezione dalla scrittura di Ardone. A tratti però, a mio avviso, manca un po’ di credibilità. Inizialmente, quando Kostya, un bambino di dieci anni, riesce ad attraversa l’Europa da solo. E nella parte finale, quando Vita intraprende il viaggio verso l’Ucraina, per andare in soccorso di Irina. Resta comunque una lettura densa, piena di emozioni. Viola Ardone, grazie alla sua scrittura poetica e unica, tratteggia alla perfezione l’amore di una madre per un figlio.
Image Source: Einaudi – La Repubblica
