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Le due metà del mondo: Marta Morotti si racconta

by Diletta Cecchin
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Marta Morotti

Marta Morotti

Con Le due metà del mondo Marta Morotti supera la prova da scrittrice a pieni voti. Infatti questo è il suo primo romanzo, ma non si direbbe vista la profondità della storia e la naturalezza della scrittura. Sulla copertina troviamo la foto di uno specchio, infatti le vicende vengono raccontate da due punti di vista, come riflesse. Conosciamo Maria, adolescente con mille sogni e mille paure, e Lucia, madre coraggio. Ma facciamo parlare di questo sorprendente romanzo l’autrice.

Le due metà del mondo è il tuo primo romanzo. Com’è si è sviluppata in te la passione e l’arte della scrittura?

Credo sia stata una conseguenza della passione per la lettura. Fin da bambina, mia madre mi ha insegnato l’importanza e la bellezza di leggere. Grazie a lei ho imparato ad amare le storie, ad amare la sensazione di vivere altre vite attraverso le parole. Col tempo, ho capito che volevo essere io a creare quelle “altre vite”. Ho iniziato a scrivere brevi racconti a quattordici anni e non ho mai smesso.

Da dove è nata la storia di Maria? Come sei riuscita ad addentrarti nel mondo del ritardo psichico e della malattia mentale?

La storia di Maria è nata osservando la realtà intorno a me. Guardando l’approccio delle madri nei confronti dei propri figli. Tutto ciò assistendo anche alla nascita, in me, di un’esigenza concreta: quella di indagare le dinamiche famigliari in cui nasce un figlio “diverso”. Così mi sono documentata, ho parlato con uno psichiatra, con un’ostetrica, ho letto libri sull’argomento. E ne è nato Le due metà del mondo.

Le due metà del mondo, come suggerisce il titolo, è un romanzo diviso in due parti: prima conosciamo Maria e poi la mamma Lucia. C’è una parte di te in entrambe? E se si quale?

Sicuramente c’è, ma no saprei dire, con precisione, quale. Penso che tutti gli scrittori, o quasi, inevitabilmente instillino qualcosa di sé nei propri personaggi. Questo, a volte, avviene in maniera conscia, a volte inconscia. Nel mio caso, credo abbia prevalso la seconda opzione. Rileggendo il libro, mi sono accorta di aver trasferito su Maria alcune delle mie insicurezze. Mentre in Lucia il senso del dolore vissuto con dignità.

Marta MorottiIl rapporto coi genitori è fondamentale in questa storia e tu dedichi il romanzo ai tuoi. Che ruolo hanno avuto mamma e papà nella stesura del romanzo? E in generale nella tua vita?

Mia madre e mio padre sono i miei pilastri portanti, le mie fondamenta. Mi hanno concesso il privilegio di sbagliare, quando sapevano che stava accadendo, così da darmi la possibilità di crescere. Mi hanno spronata a scrivere, e tutt’ora lo fanno. Mi hanno fatto il più grande dono: la possibilità di scegliere.

Maria trova rifugio nei romanzi d’amore. Quali sono i riferimenti letterari di Marta Morotti? Cosa stai leggendo in questo momento?

Io, al contrario di Maria, non amo molto i romanzi d’amore. Preferisco altri generi, più realistici, in cui il lieto fine sia un’opzione, non la regola. Tra i miei libri preferiti sicuramente spicca L’arte della gioia di Goliarda Sapienza. Ora sto leggendo uno di quei romanzi che definisco “leggeri con stile”: Al di là del nero di Hilary Mantel.

Futuro: che progetti hai?

Sto lavorando, da diversi mesi, a un altro romanzo. Inoltre mi sto dedicando al mio corso di scrittura per ragazzi delle superiori, che mi sta dando grandissime soddisfazioni.

Un grandissimo in bocca al lupo a Marta Morotti non vediamo l’ora di leggere di nuovo qualcosa di tuo!

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